Prima vennero i migranti, poi i Rom… e infine gli oppositori politici.

Notizie sempre più inquietanti ci arrivano sui continui controlli operati dalla Polizia in violazione delle norme di legge.

Il 16 Giugno 2018, in occasione della manifestazione nazionale a Roma indetta da USB – Unione dei sindacati di Base per manifestare contro i vincoli imposti dall’Unione Europea tali da alimentare le disuguaglianze sociali e negare la dignità umana e dei lavoratori (tra i quali i braccianti nelle campagne di Rosarno), vari pullman verso le ore 13.00 venivano fermati per controlli al Casello di Roma-Sud dalla Polizia di Stato. I mezzi erano pieni di uomini, donne e giovani diretti al corteo, che di lì a poco avrebbe pacificamente colorato le vie della capitale.

All’alt delle forze dell’ordine, tutte in assetto antisommossa, le persone che occupavano i pullman venivano invitate a scendere dal mezzo. Il mezzo veniva perquisito con attenzione sotto il continuo controllo di una videocamera che filmava le operazioni. Successivamente le persone venivano invitate a risalire sul pullman e a riprendere il loro posto.
E qui iniziava una strana procedura, sebbene da tante parti definita non così inusuale.

Un agente della polizia entrava nel pullman e iniziava a fotografare ogni persona, al proprio posto, facendole tenere in mano il documento identificativo. Non veniva data alcuna informazione sull’uso delle fotografie, non veniva richiesta alcuna autorizzazione scritta. La Polizia semplicemente procedeva a una forma di identificazione a mezzo di fotosegnalamento assolutamente non prevista da alcuna norma di legge.
Questa forma di “schedatura” preventiva non solo consente alla polizia di sapere chi si sta recando a una manifestazione, ma di sapere in compagnia di chi si trova, quale abbigliamento indossa, da dove viene e, molto probabilmente (quando avvengono questi viaggi il pullman e il tratto di strada percorso è sempre lo stesso sia all’andata che al ritorno) anche per dove e quando dovrà fare ritorno.

Le operazioni di identificazione e di fotosegnalazione sono disciplinate dall’art. 4 del TULPS (Testo Unico Legge di Pubblica Sicurezza) dove viene specificato che:
L’autorità di pubblica sicurezza ha facoltà di ordinare che le persone pericolose o sospette e coloro che non sono in grado o si rifiutano di provare la loro identità siano sottoposti a rilievi segnaletici.
Ha facoltà inoltre di ordinare alle persone pericolose o sospette di munirsi, entro un dato termine, della carta di identità e di esibirla ad ogni richiesta degli ufficiali o degli agenti di pubblica sicurezza.”.


Ma chi sono le persone pericolose e sospette?
Cominciando dalle persone pericolose: in termini di legge a questa categoria appartengono le persone che sono dichiarate pericolose e, quindi, sottoposte a misure di sicurezza (obbligo di firma, obbligo di non allontanamento, domiciliari, ecc.) o le persone appartenenti a una delle categorie che possono essere sottoposte a misure preventive che la legge individua in coloro che sono abitualmente dediti a traffici illeciti, che per il tenore di vita sono ritenuti vivere anche in parte con proventi di attività delittuose, sono dediti a commettere reati contro i minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica, indiziati di appartenere ad associazioni di stampo mafioso. Indice della pericolosità è quindi una misura cautelare in atto o un precedente che ne determini la “pericolosità”.
Per quanto riguarda le persone sospette, si passa alla valutazione soggettiva dell’agente di polizia, c.d. “operante”. Ma anche qui la legge fa un espresso riferimento al tipo di atteggiamento della persona cosiddetta “sospetta”, ossia le persone il cui atteggiamento o la cui presenza, in relazioni a specifiche e concrete circostanze di tempo e luogo, non appaiono giustificabili e che possono essere perquisite sul posto al solo fine di accertare l’eventuale possesso di armi o stupefacenti.

Quindi si specifica che SOLO alle persone pericolose e sospette puo’ essere richiesto di identificarsi con carta d’identità e che i rilievi segnaletici (c.d. fotosegnalazione) possono essere eseguiti nel SOLO CASO in cui una persona pericolosa o sospetta non sia in grado di identificarsi con un valido documento o se ci sia il dubbio sulla validità del documento mostrato. E questo è tutto.

Ma cosa è accaduto su quei pullman? Non è chiaro, anzi, l’operazione di “controllo” e documentazione dei presenti con fotografia non è prevista da nessuna legge.
Non vi era la possibilità di intercettare né persone sospette né persone pericolose. I riscontri effettuati senza alcun motivo non hanno portato a nulla, sono state fotografate e identificate persone che si recavano a manifestare ma che non avevano realizzato alcun reato o non avevano evidenziato alcun atteggiamento anti-giuridico. Semplici e “pericolosi” oppositori politici.

E’ stata limitata, senza alcuna motivazione, la libertà personale di numerose persone, è stato interrotto il loro diritto alla libera circolazione ed è avvenuta una schedatura totalmente arbitraria di cittadini che si stavano recando a una manifestazione. E in tempi in cui si parla costantemente di mappature di migranti, di Rom e di altre comunità, ciò che preoccupa è la naturalezza con cui le forze di pubblica sicurezza realizzino attività completamente ingiustificate e apparentemente illegittime ma anche il preoccupante livello di assuefazione con cui in tanti casi ci limitiamo ad indignarci senza reagire e denunciare.

2018-06-23T14:19:24+00:00