SUI FATTI DI TORINO, LEGGE MINNITI-ORLANDO ED ORDINANZE ANTI-MOVIDA

Da tempo stiamo studiando la legge Minniti/Orlando sulla “sicurezza urbana”, con l’intento di creare un Vademecum di spiegazione di una normativa che reputiamo ingiusta, criminogena e non esente da profili di incostituzionalità.
Essa, infatti, precisa che per raggiungere la beneamata “sicurezza urbana” (definita come il “bene pubblico che afferisce alla vivibilità ed al decoro della città) sia necessario eliminare i fattori di marginalità sociale, ovviamente non intervenendo sulle cause che provocano la marginalità (magari attraverso strumenti di welfare) ma colpendo direttamente con misure repressive i soggetti marginali.
La legge, infatti, si presenta come un elenco –peraltro mal scritto- di provvedimenti (daspo/ sanzioni amministrative) a danno di senzatetto,accattoni, occupanti di edifici, tossicodipendenti.
Inoltre, nonostante una sentenza della Corte Costituzionale del 2008 avesse già dichiarato l’illegittimità del “pacchetto sicurezza” Maroni che conferiva poteri troppo ampi ai “sindaci-sceriffi”, la legge Minniti/Orlando continua su questa strada, attribuendo ai primi cittadini la possibilità di adottare ordinanze per contrastare il “degrado” presente nelle nostre città.

Proprio in forza di questa nuova normativa, la sindaca di Torino, Chiara Appendino, il 7 giugno ha emanato un’ordinanza per vietare la vendita per asporto di bevande alcoliche dalle 20 alle 3 di notte.
Il 20 giugno, la polizia in assetto anti-sommossa e con diversi blindati, si posiziona a piazza Giulia per controllare l’ottemperamento della nuova ordinanza “anti-movida”.
Alle proteste di alcuni ragazzi per la loro presenza, la polizia reagisce effettuando una pesantissima carica che provoca diversi feriti e distrugge interi locali della zona.
Un esempio terribile di brutalità poliziesca.
Una degenerazione causata da politiche securitarie, che trattano ancora una volta questioni sociali attraverso meri provvedimenti repressivi.
Una deriva pericolosissima, che rischia di compromettere valori fondamentali come la libertà e la dignità di ogni individuo.

Non è un caso che un altro episodio gravissimo si sia verificato pochi giorni fa:
durante la giornata mondiale del rifugiato, l’avvocato e attivista Gianluca Dicandia è stato identificato dalla polizia a seguito di un intervento in cui criticava duramente le leggi Minniti/Orlando su immigrazione e pubblica sicurezza.
Fatto che non deve passare inosservato per chi ha memoria storica e ben si ricorda il sostanzialismo penale degli anni 70.

Siamo convinti che sia necessario contrastare questi provvedimenti e le loro devastanti conseguenze.
Per questo il nostro Vademecum #SoppravivenzaCivile, che uscirà nelle prossime settimane, vuole essere uno strumento informativo ma anche operativo.
Sopravvivenza civile contro la retorica del decoro e del degrado.
Sopravvivenza civile contro chi vorrebbe costringerci a vivere in delle città militarizzate.
Sopravvivenza civile contro dei provvedimenti che hanno come unico risultato quello di ampliare l’esclusione sociale e la povertà.

Alla “sicurezza urbana” è necessario contrapporre la “sicurezza dei diritti”.
Ora più che mai.

[Si ringrazia per il montaggio @Daniele Napolitano]

2017-12-11T16:24:39+00:00