UN ANNO DOPO QUEL 24 AGOSTO. UN ANNO DI INTERVENTO E DI ASSISTENZA LEGALE. UN ANNO…
E’ passato un anno da quella notte, quando la terra ha tremato e i paesi sono crollati. Quando migliaia di persone hanno perso tutto. Quando 299 persone hanno perso la vita e quando le famiglie e gli amici di 299 persone hanno perso legami e affetti per sempre. Io ero a Roma quella notte e ho sentito la terra scuotersi. Alle 3.37 ero al telefono per contattare la mia famiglia. Niente. Alle 3.41 mio padre risponde. Stanno tutti bene. Riesce a dire solo questo. Poi le immagini di Amatrice, di Accumuli, Arquata e Pescara del Tronto, Sommati, e ancora, ancora immagini di frazioni irriconoscibili e così tragicamente simili tra loro. Partiamo i primi di Settembre io e Federica Borlizzi. Io che in quella terra ci sono cresciuto – si, anche la terra non deve essere dimenticata, i campi, il lago, le montagne, le rocce, gli animali e i milioni di colori che ne definiscono i lineamenti – lei che di quella terra si innamora in poco tempo.
Quando la terra trema e le case uccidono – sono le case a uccidere…. non il terremoto – la vita irrimediabilmente prende una strada diversa. E la vita di migliaia di persone è cambiata il 25 Agosto 2016. Vuoti spettrali e quei colori della terra che sembrano diversi, ma anche nuove abitudini e nuove regole. Perchè la legge la fa l’uomo, ma la legge fa anche l’uomo. E quella legge, quelle nuove complicate norme in pochi le conoscevano. Ci dicevano che facevano ciò che gli dicevano di fare, gli amatriciani. Orgogliosi, indifesi, spaventati ma… noi da qui non ce ne andiamo. Nessuno gli spiegava quegli ordini impartiti, quei complessi sistemi burocratici che giorno dopo giorno si ammassavano scritti, componendo un dedalo intricato di vie da percorrere per arrivare dove ci si dimenticava di voler arrivare. Io e Federica conosciamo le Brigate di Solidarietà Attiva – Terremoto Centro Italia. Loro sono i briganti, i volontari, loro sono lì e sembra siano da sempre lì. Partono con i camion e portano beni di prima necessità a chi è lontano. Danno conforto e parole – le parole, di queste c’era un enorme bisogno – a chi arriva al campo per chiedere beni, conforto e parole. Ci dicono: “Ecco gli avvocati”, ci offrono un bicchiere di vino e iniziamo una collaborazione che ancora oggi ci fa camminare fianco a fianco tra le macerie – le macerie uniscono nella tragedia, ne trovi di strane, formazioni di palazzi che non capisci come abbiano quella forma, ma hanno lo stesso colore le macerie -.
Decidiamo di perderci in quel dedalo intricato di norme, sappiamo che il nostro filo di Arianna saranno le immagini che abbiamo in testa e che ogni fine settimana iniziamo ad arricchire e mischiare a quei suoni – il suono di una terra distrutta dal terremoto non è solo silenzio, ma è come se fosse un leggero vento rotto dai rumori dei mezzi di soccorso che si muovono, dalle macchine della stampa che spostano la terra riversata sulle strade, un suono di attesa, nella speranza di non sentire ancora quel terrificante boato sollevarsi dalla terra, quel profondo e bestiale ruggito -.
Lavoriamo in 10 a Roma, inseguiamo Decreti Legge, Ordinanze, Regolamenti… alla fine riusciamo a stampare Oissa – il vademecum legale per le popolazioni terremotate. Lo presentiamo e iniziamo a distribuirlo su un “Cratere” divenuto gigantesco ora. E iniziamo a fare gli sportelli legali, le assemblee, iniziamo a denunciare le violazioni che ogni territorio subisce costantemente – perchè il nome Cratere richiama una terra di nessuno, spettrale, lunare, grigia. Perchè il nome Cratere semplifica e rende tutto uguale come le macerie.
Al nostro fianco sempre i briganti. Non se ne sono andati, sono stanchi, provati, decisi e tanti. Sono decisi a far vedere che i colori di quella terra non sono cambiati. Le persone sono diverse, ma i colori sono gli stessi. Conosciamo i Ricercatori di Emidio di Treviri, che indagano la terra, indagano le persone ora diverse e cercano di capire, comprendere e interpretare quella diversità. Che leggono tra le righe delle leggi, che interpretano i piani politici dietro a quelle norme. Noi le studiamo, le conosciamo, le spieghiamo e facciamo in modo che siano applicate e non siano contraddittorie, loro tentano di trovare un filo conduttore. Conosciamo i ragazzi di Ingegneria Senza Frontiere Roma, che sanno che il terremoto non uccide ma che sono le case a farlo. Conosciamo i ragazzi di Geologia Senza Frontiere ONLUS, che ci spiegano perchè la terra trema e parlano con gli ingegneri sul perchè le case uccidono le persone. Incontriamo La Via del Sale Onlus che dona case a chi non sa dove vivere. Denunciamo, indaghiamo, osserviamo. Cambia il panorama (cantieri di villaggi Sae, poli commerciali, strutture avveniristiche), i colori rimangono gli stessi.
A un anno di distanza, mi trovo ancora qui, io che ci sono cresciuto in queste terre, con la mia famiglia, con i miei amici, con i briganti, gli ingegneri, i geologi, i ricercatori, i ragazzi della via del sale, gli amatriciani, gli arquatani, i nursini, i marchigiani, gli abbruzzesi… non sono solo. Nessuno è solo. Lavoriamo sempre in dieci su OISSA: Un anno dopo. La domanda oggi è: “dopo un anno, cosa è cambiato?”. Io posso solo rispondere che i colori della terra non sono mai cambiati. Ma mi chiedo se l’ingegnere che continua a intricare il maledetto dedalo li abbia mai visti.
Avv Riccardo Bucci.