Gabriella, Esmeralda, Radmila, Mustapha, la piccola Joy, Peter, Vincenzo, Adelina, Zvonko, Enrico ed Emanuela, Godwin, Smart, Barrow, Mariam.
Solo una piccolissima parte dei circa 300 abitanti di via Raffaele Costi e via di Vannina.
Nomi cui corrispondono volti e nomi che, in questi mesi, abbiamo imparato a conoscere bene.
Mesi in cui abbiamo denunciato l’abbandono istituzionale e la grave violazione dei diritti umani fondamentali.
Mesi in cui abbiamo constatato con i nostri occhi non solo la completa distruzione del nostro Welfare State ma anche la fine della dimensione sostanziale del nostro Stato di Diritto.
Non si vive più, infatti, in uno Stato di Diritto quando si permette a donne incinte, anziani e bambini di vivere in edifici fatiscenti, immersi in una discarica abusiva, senza nè acqua nè luce;
quando si costringono dei ragazzi rifugiati ad essere bloccati per mesi nelle maglie della burocrazia pur di non rinnovare il loro permesso di soggiorno, costringendoli a divenire irregolari;
quando si sbattono fuori dalle case famiglia minorenni appena compiono 18 anni, lasciandoli come unica alternativa la strada ed esponendoli alla ricattabilità da parte organizzazioni criminali.
Non viviamo in uno Stato di Diritto quando sui quasi 30 minori presenti nell’occupazione di via Costi, solo due vanno regolarmente a scuola. Bimbi di serie C cui è negato il diritto all’istruzione ed il diritto ad un’infanzia serena.
Abbiamo imparato nei banchi dell’università che vi sono degli obblighi pubblici corrispondenti a quei diritti sociali che devono essere necessariamente attuati.
Nel nostro agire quotidiano ci scontriamo quotidianamente con qualcosa di ben diverso:
con uno Governo nazionale e territoriale che, non solo abbandona gli ultimi ma decide anche di criminalizzarli, affrontando ogni problematica sociale come mero problema di ordine pubblico.
Per questo Barrow, Vincenzo, Mustapha e tutti gli altri abitanti di via di Vannina e di via Costi non sono visti come persone titolari di diritti inviolabili ma, al massimo, come un problema per il decoro e per la sicurezza delle nostre città.
Noi abbiamo deciso di lottare contro questa involuzione sociale e giuridica cui stanno cercando di costringerci.
Abbiamo deciso di metterci a servizio di una battaglia per il rispetto della dignità di queste persone.
Da tempo ci occupiamo non solo della loro assistenza legale ma anche del denunciare le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere e di supportarli nella loro lotta quotidiana contro delle istituzioni miopi.
Per questo domenica abbiamo promosso questa giornata di attivismo e partecipazione.
Una giornata in cui vorremmo incontrare tutte quelle persone ed associazioni che in questi mesi hanno dato vita a raccolta di beni per gli abitanti di Tor Cervara.
Una giornata in cui insieme prepareremo i pacchi famiglia per gli occupanti ed andremo insieme a distribuirli, per permettere a tuttti di conoscere le loro storie e la loro battaglia.
Siateci e Siateci in tanti.
Vi aspettiamo!