Torniamo ad occuparci di un caso di totale immobilismo ed inerzia da parte del Comune di Tolentino, in provincia di Macerata: dopo essere stato colpito dalle varie scosse di terremoto susseguitesi tra il 2016 e il 2017, e dopo essere quindi rientrato pienamente nel cratere sismico, il Comune ha inspiegabilmente omesso di predisporre delle aree per la realizzazione delle Strutture Abitative di Emergenza (le cosiddette casette).
In conseguenza di questa situazione, i cittadini che hanno provveduto a richiedere l’assegnazione di un modulo S.A.E. (Struttura Abitativa d’Emergenza) si trovano ancora a dover vivere nei container, con tutte le implicazioni a livello di salute, psicologico e morale che questa condizione comporta, da noi già più volte denunciate nei mesi scorsi.
Questa “dimenticanza” del Comune, che ha di fatto bloccato l’iter amministrativo per la posa delle Strutture Abitative d’Emergenza, si è protratta nonostante numerosi cittadini avessero richiesto l’assegnazione di una S.A.E. rimanendo, tuttavia, senza alcun riscontro dagli uffici amministrativi, e soprattutto senza casa, a due anni e mezzo dalla prima scossa. Tra l’altro, come risulta dall’unico documento inviato dal Comune al Dipartimento Protezione Civile della Regione Marche, le richieste di assegnazione di un alloggio di emergenza sono state ben 205 (nota del 17 maggio 2017).
Proprio per questo motivo, insieme ad alcuni abitanti di Tolentino, abbiamo richiesto al Comune e al dipartimento di Protezione Civile Marche di poter visionare tutti i documenti relativi all’attivazione della procedura per la realizzazione delle S.A.E.
In questa occasione abbiamo appreso definitivamente lo stato delle cose: la Protezione Civile Marche ci ha comunicato, in data 28 dicembre 2018, che il Comune di Tolentino, pur avendo comunicato la volontà di avviare l’iter amministrativo per la realizzazione delle Strutture, non ha mai provveduto a comunicare l’individuazione delle tipologie di struttura per la posa delle casette, pur essendo stato sollecitato dalla Protezione Civile in tal senso.
Nella nota che abbiamo ricevuto dal Dipartimento di Protezione Civile Marche si legge che
“l’iter per l’individuazione di un’area idonea per il montaggio delle Soluzioni abitative d’emergenza era stato avviato su istanza del comune di Tolentino con nota del 17/05/2017 prot. n 11184, assunta il 19/05/2017 ns. prot. 4548790/SPC, per la fornitura di n. 50 SAE (un numero di certo inferiore alla domanda totale N.D.R.), ma la procedura non ha avuto seguito, dal momento che l’Amministrazione non ha perfezionato la richiesta e tantomeno non ha comunicato l’esatta previsione delle SAE differenziandole per le tre tipologie previste dall’Accordo Quadro [Accordo Quadro tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Dipartimento di Protezione Civile e il Raggruppamento Temporaneo di Imprese Cogeco7 S.r.l., per la fornitura, il trasporto, il montaggio di soluzioni abitative in emergenza ed i servizi ad esse connessi, firmato il 25 maggio 2016, n.d.r.]”.
Ciò significa che dal 2016 ad oggi, il Comune non ha mai dato riscontro, né ha offerto altre soluzioni praticabili, alle 205 persone che hanno richiesto l’assegnazione di una Struttura Abitativa di Emergenza, e nemmeno ha risposto, a tutt’oggi, all’istanza d’accesso agli atti che abbiamo presentato, tranne che proclamare il recupero di strutture immobiliari già presenti sul territorio (senza aver mai dato informazioni certe circa la data di recupero e consegna di questi immobili o aver avviato un procedimento amministrativo effettivo).
Ancor più grave risulta, inoltre, che nemmeno la Regione Marche (che avrebbe potuto sicuramente sostituirsi al Comune, in qualità di soggetto attuatore delle S.A.E. ai sensi dell’art. 1 dell’OCDPC n. 394 del 2016 in materia di Strutture Abitative d’Emergenza) abbia preso in mano la situazione per tutelare il diritto dei cittadini di vedersi assegnata una casetta (e quindi poter continuare a vivere nei territori colpiti dal sisma).
Peraltro, nel nostro ordinamento vige un principio ormai fondamentale per l’attività amministrativa in generale, che avrebbe giustificato – e giustificherebbe ancora – un’azione sostitutiva della Regione: il principio di sussidiarietà, sancito dall’art. 118 Cost. e dal d. lgs. 267/2000 (Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali), che relativamente all’ambito del diritto amministrativo esprime la possibilità per gli enti territoriali superiori (come la Regione) di agire in luogo di quelli inferiori (ossia i Comuni), se l’azione messa in campo da questi ultimi risulti inadeguata o comunque inefficace.
Ebbene, in questo caso l’azione del Comune non risulta semplicemente inefficace, quanto incompleta, e di fronte a ben 205 istanze di assegnazione di abitazioni d’emergenza da parte dei cittadini di Tolentino, la Regione ben avrebbe potuto intervenire in via sussidiaria per colmare le lacune procedurali causate dall’inerzia del Comune di Tolentino.
Si tratta di una situazione ormai insostenibile, che vede i cittadini totalmente abbandonati da quelle istituzioni – che dovrebbero essere le più vicine – , le quali si dimostrano disattente e superficiali, oltre che assenti e inerti.
La pazienza di chi continua a vivere quei luoghi senza certezze e in assenza di una effettiva risposta istituzionale inizia a finire; pertanto invitiamo urgentemente sia il Comune che la Regione ad approntare immediatamente una soluzione affinchè le oltre duecento persone richiedenti e aventi tutte diritto possano usufruire di ciò che è loro dovuto.
Tuttavia, una riflessione viene naturale: ci chiediamo, infatti, come si possa sperare di far ripartire una zona colpita da uno dei più vasti terremoti degli ultimi decenni se, ad oggi, nemmeno si riesce a soddisfare diritti fondamentali della popolazione, com’è il diritto all’abitare, e per la tutela dei quali esistono procedure ancora inattuate già dal 19 Settembre 2016 (Ordinanza protezione civile n. 394/2016).