OCCUPARE LA SCUOLA NON E’ REATO: SOLIDARIETA’ AGLI STUDENTI E LE STUDENTESSE DEL VIRGILIO

Questa mattina siamo rimasti sconcertati nell’apprendere che ben 71 studenti e studentesse del Liceo Virgilio sono indagati per i reati di “occupazione” di proprietà privata, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio.
Le accuse a loro carico fanno riferimento all’occupazione della scuola, avvenuta il 28 ottobre scorso e conclusasi con un vergognoso sgombero delle forze dell’ordine il 4 novembre e con l’identificazione di 48 minorenni e 23 maggiorenni.
Lo sgombero è stato dettagliatamente raccontato in un comunicato degli studenti e delle studentesse “sono le sette e mezza circa, scendiamo e l’immagine è aberrante. Mentre bloccano alcuni di noi studenti in cortile iniziano le ronde per i piani per svegliare gli altri, accompagnati dai depositari che si provano ad opporre. Alcuni studenti sono stati svegliati a strattoni, accompagnati in bagno e studentesse impossibilitate a cambiarsi data la loro insistente presenza. Si sprecano commenti sessisti e razzisti. Prima di permetterci di recuperare i nostri oggetti personali, ovviamente scortati, dicono di dover fare una bonifica. I minorenni vengono divisi dai maggiorenni e inizia l’identificazione di tutti i presenti”.

Sempre nel comunicato si spiegato le ragioni dell’occupazione “Abbiamo protestato perché questo governo non ci rappresenta. Perché non siamo xenofobi, fascisti, razzisti, sessisti o omofobi. Abbiamo voluto dimostrare solidarietà alle case occupate, tra l’altro, e ci siamo stagliati contro il decreto Scuole Sicure: non siamo quindi stupiti da questo sgombero. Siamo arrabbiati. Siamo arrabbiati perché le scuole sono luogo di educazione, non di repressione”.

Dopo l’accaduto, come Alterego-Fabbrica dei Diritti, abbiamo invitato due studentesse del Virgilio alla presentazione di VLAD –  Vademecum contro gli Abusi in Divisa, reputando lo sgombero e l’identificazione di questi ragazzi e ragazze un grave episodio di ingiustificata repressione.
Una repressione che aveva tutto il sapore di un’azione esemplare per evitare che altri studenti delle scuole romane potessero dar vita a nuove occupazioni. Tentativo fallito, visto che nei giorni successivi altri istituti scolastici sono stati occupati e la legittima protesta degli studenti si è sentita forte e chiara nella città.

Nel ribadire tutta la nostra solidarietà agli studenti e le studentesse del Virgilio colpiti da questa indagine, ci teniamo ad effettuare una importante precisazione rispetto ai reati di cui sono stati accusati.
In particolare reputiamo intollerabile che, a questi ragazzi, sia stato notificato il reato di occupazione di edificio di cui all’articolo 633 c.p.

Ricordiamo, infatti, che la Cassazione (con sentenza n.1044/2000) ha evidenziato come “l’art. 633 c.p. non è applicabile alle occupazioni studentesche perché tale norma ha lo scopo di punire solo l’arbitraria invasione di edifici e non qualsiasi occupazione illegittima”.

Infatti l’art. 633 c.p. richiede per l’integrazione del reato “un’invasione arbitraria di un edificio ALTRUI” ma ciò non sussiste in caso di occupazioni studentesche , poiché la scuola-continua la Cassazione- “pur appartenendo allo Stato, non costituisce una realtà estranea agli studenti, che non sono semplici fruitori ma soggetti attivi della comunità scolastica e pertanto non si ritiene che sia configurabile un loro limitato diritto di accesso all’edificio scolastico nelle sole ore in cui è prevista l’attività didattica in senso stretto”.
Oltre a questo, per l’integrazione del reato è richiesta “invasione ARBITRARIA” e non la semplice permanenza nell’edificio, sempre secondo la Cassazione, infatti, “è radicalmente erroneo l’orientamento giurisprudenziale secondo cui l’iniziale diritto degli studenti di accedere all’edificio scolastico si tramuta in condotta illecita quando questi si rifiutino di ottemperare all’intimidazione di sgombero del preside o dell’autorità di polizia, perché equiparando il concetto di ingresso arbitrario con quello di permanenza non consentita viola il principio di determinatezza e di legalità”. Dunque, per la Cassazione, gli studenti entrano legittimamente nella scuola ed,al massimo, rimangono illegittimamente dentro ma non accedono in modo illegittimo dall’inizio (come richiesto dall’articolo 633 c.p.).

Questo per ribadire come le accuse contro gli studenti e le studentesse del Virgilio appaiono strumentali e tendenziose.
Siamo convinti che, nonostante queste indagini, questi ragazzi e queste ragazze non si lasceranno intimidire e continueranno a lottare per difendere gli spazi di democrazia all’interno delle scuole e per una società più giusta ed equa.
Gli studenti e le studentesse sono la parte più sana e viva delle nostre città, siamo convinti che sapranno resistere all’ondata securitaria che li sta colpendo e che daranno nuove lezioni di necessaria ribellione alle miserie di questo presente.

2019-01-11T14:23:12+00:00