POST-SISMA MARCHE: I FONDI EUROPEI FINISCONO FUORI DAL CRATERE SISMICO

Viste le varie polemiche che si sono susseguite in questi giorni in merito all’utilizzo poco trasparente, da parte della Regione Marche, dei fondi europei dedicati ai territori colpiti dal sisma (ossia quella parte del FESR denominata “Asse 8”), ci sembra opportuno provare a fissare alcuni elementi, da un punto di vista giuridico/legale, sulla presunta illegittimità delle delibere regionali aventi ad oggetto le linee di intervento specifiche previste dalle Modalità Attuative del Programma Operativo regionale attinenti agli stanziamenti FESR.

Pertanto, procediamo a fornire un quadro generale della questione, partendo dal principio.

Cosa sono i fondi FESR?

I Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale sono aiuti economici che l’Unione Europea destina a determinati territori dei suoi stati membri in modo proporzionale rispetto alle necessità di sviluppo di ogni regione (più il territorio vive di difficoltà connesse a una serie di problematiche previste dal regolamento disciplinante tali fondi, più il finanziamento previsto è alto). L’obiettivo di tali investimenti è quello di raggiungere un livello più omogeneo di sviluppo per tutta l’Unione.

 

Nel periodo subito successivo al sisma, come molte volte riportato nei documenti istruttori allegati alle varie delibere regionali (quella documentazione che segue le delibere e ne è ad esse allegata per specificare le ragioni di intervento), la Regione Marche esprimeva la volontà di modificare il Programma Operativo di utilizzo dei fondi FESR(in parole povere, la lista di interventi da realizzare con il Fondo Fesr), già stanziati nel 2014, per operare degli interventi di ripresa economica e sociale dei territori colpiti dal sisma.

Considerata la sensibilità europea e nazionale sul tema, si è proceduto ad operare uno stanziamento congiunto tra Stato e UE, per un totale di € 400 milioni da destinare all’intero cratere, e da dividere per le quattro regioni coinvolte. Con delibera del Commissario Straordinario, alle Marche è stata attribuita:

una quota del 62% per complessivi 248 milioni di euro, da destinare in maniera prioritaria a interventi di messa in sicurezza sismica degli edifici strategici e rilevanti pubblici ubicati nelle aree maggiormente a rischio, con particolare riferimento alla messa in sicurezza delle scuole di ogni ordine e grado della regione attraverso lo svolgimento di valutazioni di vulnerabilità sismica.

La scelta del 62 % alle Marche si giustifica con i livelli di danno che si sono riscontrati nella Regione.

Di conseguenza, la Regione ha provveduto a stilare un programma di azioni straordinarie di ripresa dei territori colpiti dal sisma, e la Commissione, dunque, per quanto di sua competenza a titolo di FESR, ha deciso di approvare tali scelte per una copertura totale di 243 milioni di Euro (decisione n. C-2017- 8948 del 19 dicembre 2017).

Tali fondi – previsti a copertura delle “misure che si intendono attuare per contrastare gli effetti del sisma che ha colpito le Marche” (Delibera di Giunta Regione Marche n. 1597 del 28/12/2017) – sono confluiti, dunque, nell’Asse 8 del FESR, intitolato “Prevenzione sismica e idrogeologica, miglioramento dell’efficienza energetica e sostegno alla ripresa socioeconomica delle aree colpite dal sisma.

 

Con la Delibera Regionale n. 475 del 16 aprile 2018, la Regione ha approvato le schede di attuazione del Programma Operativo Regionale FESR Marche per le azioni di cui all’Asse 8, inserendole all’interno degli interventi da effettuarsi (tutti compresi all’interno del documento di Modalità Attuative del Programma Operativo – MAPO). Tuttavia, le azioni previste da quest’ultimo non sono destinate in via esclusiva ai territori del cratere.

Infatti si legge nel MAPO, a pag. 146, che:

Gli interventi dell’Asse saranno attuati prioritariamente nell’area del cratere […].

Le misure più urgenti saranno gli interventi fisici sul patrimonio volti a mettere in sicurezza gli edifici pubblici e contemporaneamente assicurare una maggiore efficienza energetica. Ciò richiederà di attivare in misura complementare OT 4 e OT 5. Nell’ambito degli stessi OT  [Obiettivi Tematici, n.d.r.] si interverrà promuovendo soluzioni che riducano i rischi per la popolazione migliorando la qualità ambientale e lo stato di conservazione del territorio. Tali obiettivi si tradurranno rispettivamente nel sostegno alla mobilità sostenibile per contenere l’inquinamento atmosferico e i consumi di energie fossili e nella manutenzione delle aste fluviali e nella riduzione di rischi connessi al degrado idrogeologico.

 

Se si esamina l’Asse 8 come risultante dal MAPO, azione per azione, si può osservare che nelle azioni direttamente destinate ai comuni del cratere, i territori beneficiari vengono indicati come “comuni di cui all’Allegato 1”, che corrispondono effettivamente a quelli individuati come “cratere sismico” dal d. lgs. n. 189/2016; invece, per quanto riguarda quelle azioni che solo prioritariamente sono destinate al cratere, come territori beneficiari vengono indicati prioritariamente quelli del cratere e congiuntamente quelli a rischio sismico 1 o 2.

Quest’ultima modalità, ad esempio, viene utilizzata per quanto riguarda l’intervento sulle ciclabili, di cui molto si è parlato in queste settimane, che è stabilito in

Priorità ai Comuni del cratere con possibile estensione ai Comuni che ricadono nelle classi di pericolosità sismica 1 o 2 […]”.

 

Dunque, dall’esame della documentazione relativa agli stanziamenti, emergerebbe

  1. a) da un lato, la legittimità della destinazione di alcuni di questi ad aree non individuate nel cratere sismico, ma comunque decretate a rischio sismico 1 o 2;
  2. b) dall’altro, la volontà della Regione di destinare questi fondi in via prioritaria ai territori del cratere sismico.

 

Tuttavia, la Regione, nelle singole delibere di attuazione degli interventi che sono intervenute finora, nel momento in cui stanzia i fondi provenienti dall’Asse 8 per la maggior parte in territori fuori dal cratere sismico e per interventi che non sembrano avere effetti per quei medesimi territori, non fornisce alcuna motivazione sulla legittimità dell’utilizzo dei fondi destinati alle aree del sisma.

Ciò avviene, ad esempio, nella Delibera di Giunta Regionale 20/2019 – anch’essa profondamente criticata e oggetto di vari scambi polemici a livello politico – la quale finanzia, principalmente con i fondi dell’Asse 8 e con altri fondi non meglio specificati in via minoritaria, degli interventi a favore della ripresa e del rilancio del turismo nelle Marche in generale, soprattutto in territori che non fanno assolutamente parte del cratere sismico (così come indicato dalla legge 189/2016), come Pesaro o Urbino.

 

Nel momento in cui è montata la polemica, tra l’altro, il dirigente regionale afferente al Dipartimento Turismo, è intervenuto con un comunicato che sembra, più che un chiarimento, una giustificazione, a nostro avviso assolutamente non inerente con il merito della vicenda, né esatto nel suo contenuto.

Per quanto riguarda il primo profilo, ossia quello di merito, ci sembra necessario chiarire che in questa sede – che è quella più tecnico-giuridica – ciò che si intende fare non è contestare la opportunità politica degli interventi della Regione, bensì la legittimità dell’utilizzo di fondi destinati, seppur in via prioritaria e non esclusiva, alle aree ricomprese nel cratere, per effettuare un numero considerevole di interventi che si svolgono in aree estranee al cratere e che non dispiegano nello stesso i loro effetti.

 

La Regione erra affermando che:

E’ evidente che una parte delle attività della citata DGR 20/2019 (Delibera di Giunta Regionale- ndr), che saranno di volta in volta autorizzate preventivamente dall’Autorità di Gestione delle Politiche Comunitarie, sono finanziate con i fondi comunitari dell’Asse 8, mentre un’altra abbondante parte sarà finanziata attingendo ad altre fonti finanziarie ancora non del tutto quantificate (fondi ordinari di bilancio regionale, fondi comunitari del POR FESR, fondi statali, risorse della Camera di Commercio, dell’ENIT e via dicendo), che saranno individuate solo al momento dell’assunzione dello specifico atto. Scrivere, ad esempio, come è successo che con i fondi destinati ai Comuni del cratere si sostengono finanziariamente i Mercatini di Natale del Pesarese o le Bandiere Arancioni e Blu o cose di questo genere, non risponde assolutamente a verità in quanto saranno iniziative finanziate con fondi correnti del bilancio regionale e non con i fondi della promozione delle aree del sisma;”

 

Infatti, la Delibera di Giunta Regionale 20 stessa attesta la copertura finanziaria degli interventi in essa stabiliti, definendo che questi sono già coperti finanziariamente dai fondi dell’Asse 8 per tre milioni e mezzo di euro (pag. 9 della DGR n. 20/2019) e da restanti fondi (corrispondenti a un milione e mezzo di euro) indicati come disponibili in base a somme già stanziate in bilancio.

 

Tuttavia, ciò che afferma il Dirigente in merito alla individuazione delle somme intervento per intervento (affermando che le risorse per i mercatini di Natale a Pesaro verranno reperite in fondi diversi dall’Asse 8) risulterebbe essere una sua valutazione discrezionale, perché si sarebbe dovuto procedere a monte ad una separazione degli interventi di promozione turistica da imputare all’Asse 8 e quelli da imputare a risorse ad esso estranee, in modo tale da agire secondo i principi amministrativi di trasparenza, chiarezza, logicità.

Affermare genericamente che gli interventi finanziati con la DGR 20 sono coperti per tre milioni e mezzo dall’Asse 8 e per un milione e mezzo da altri fondi, senza specificare precisamente quali capitoli vanno a finanziare i singoli e specifici interventi, potrebbe rappresentare un’azione amministrativa non trasparente.

 

In conclusione, ciò che si vuole portare alla luce dall’analisi degli interventi finora effettuati dalla Regione nell’ambito – solo ed esclusivamente – delle risorse indicate nell’Asse 8 del POR FESR, è che questi ultimi non sono confluiti in via prioritaria nei territori del cratere, ossia nelle “aree colpite dal sisma” ed individuate ai sensi della l. n. 189/2016, e che comunque la Regione dovrebbe chiarire cosa si intende per destinazione prioritaria, motivando i suoi interventi finanziati con l’Asse 8.

In termini legali, la parola “prioritariamente” racchiude in sé un vincolo. La Regione, quantomeno, avrebbe dovuto preventivamente svolgere una ricognizione con i comuni del cratere per verificare le effettive necessità (ad esempio sulla messa in sicurezza degli edifici). Tale ricognizione non è mai stata effettuata e la scelta di spendere quei soldi al di fuori del cratere ci sembra una totale scelta discrezionale della Regione che potrebbe non coincidere con gli obblighi connessi a quanto previsto dalla legge in tema di trasparenza, chiarezza e logicità.

Attraverso questa analisi tecnica non abbiamo la volontà di bloccare l’utilizzo dei fondi europei, né di fermare delle iniziative che possano effettivamente avere riscontro nel cratere sismico, ma vogliamo far emergere la necessità che tali iniziative siano adeguatamente giustificate a livello finanziario e a livello di efficacia positiva per il cratere, e soprattutto che siano legittime.

2019-02-21T19:50:35+00:00